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venerdì 19 aprile 2024
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Romano Baratta
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L'esercito del Tutto Luce

Editoriale 

“Mi raccomando: tanta luce!” La gente vuole tanta luce. Vuole che la casa, il loro negozio o qualunque altra cosa abbia tanta luce. Sembra quasi che non ci possa essere alternativa. Per rendere un locale illuminato bene bisogna illuminarlo tanto. Non importa se illuminato con qualità, l’importante è che ci sia tantissima luce. Per questi la luce idonea è quella bianca. Vogliono tanta luce e bianca. “La luce migliore è quella bianca, fa più luce”. È difficile fargli cambiare idea o spiegare che non è così. Classico è l’esempio degli esercizi commerciali dove vogliono moltissima luce ovunque senza diversificare le zone e risaltare alcuni prodotti rispetto ad altri. La classica illuminazione da grande magazzino o da supermercato.

 
L'archeologia industriale a nuova luce

Les Grues Picasso - Rouen“Archeologia industriale” è un termine comune per tutti noi, abituati a sentire parlare di fabbriche dismesse e a vederne tante per le periferie delle nostre città. Uno scenario apocalittico o raccapricciante che ha assolutamente un valore storico importante per la memoria di qualsiasi nazione. Luoghi di produzione, non più attivi, che hanno reso la fortuna di milioni persone e spesso il dominio economico di intere nazioni. Sempre più spesso queste aree vengono riqualificate e rese alla comunità come luoghi di intrattenimento. Sempre più spesso questi luoghi diventano il simbolo della città e meta di veri e propri pellegrinaggi culturali. Sempre più spesso si necessita un intervento illuminotecnico che possa restituire il giusto valore estetico e culturale a delle aree che navigano nell'oblio. Ecco che si rende necessario chiamare un lighting designer, un architetto o un artista a interpretare o reinterpretare tali valori e manifestarli con tutta la loro fantasia e tecnica.

 
Fabbrica Borroni, da opificio a luogo d'arte

ingresso della FabbricaLa Fabbrica Borroni di Bollate (MI) è un ex opifico dove si produceva colla. L'intero complesso risale agli inizi del novecento con la successiva costruzione del corpo anteriore della villa con giardino nel 1935. Nei decenni è stata completamente circondata da edifici e quindi ora si colloca all'interno dell'area urbana di Bollate. Non più operativa come fabbrica, ma riutilizzata per eventi culturali ed esposizione della vasta collezione d'arte contemporanea della famiglia Borroni, è supporto fecondo di uno degli interventi di luce più interessanti nel panorama artistico nazionale nonché di una singolare operazione illuminotecnica di aree industriali.

 
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