Impronta paesaggistica della luce |
Difficilmente quando si progetta una architettura si tiene conto della sua impronta illuminotecnica nel contesto ambientale diurno. L'alterazione del paesaggio che ne consegue dalla sua reazione alla luce naturale. Raramente si progetta l'impatto sulla percezione del paesaggio visivo di un determinato contesto ambientale. .
. In passato abbiamo notato casi in cui tali errori hanno portato anche a danni notevoli. Ricordate il caso del grattacielo londinese "Walkie Talkie"? Solitamente lo studio della luce naturale viene eseguito per ciò che riguarda gli ambienti interni di un edificio. Si fa attenzione al suo impatto climatico e di abbagliamento, nonché a ottenere dei buoni climi luminosi per viverci. E' importante, però, non valutare solo i suoi effetti all'interno degli edifici ma anche quelli esterni e il loro impatto ambientale e visivo. Ci sono casi dove l’impronta paesaggistica è piacevole, ma altri in cui stona del tutto. Non si tiene conto della reazione della luce naturale, che è variabile, rispetto ai materiali.Spesso mi capita di vedere dei rivestimenti fatti male che in determinati momenti della giornata, soprattutto con luce radente, si mostrano in tutta la loro bruttezza. Oppure non vengono calcolate l’incidenza delle ombre al variare della posizione del sole, rovinando l’effetto visivo anche di opere artistiche importanti.Sarebbe necessario che i team di progetto architettonico si facessero coadiuvare per migliorare gli aspetti paesaggistici della luce da esperti del campo della luce. Dei lighting designer che conoscono bene gli aspetti di interazione della luce con la materia… chissà.. magari un giorno sarà così!
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