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Dualita' tra la Luce e l'Oscurita'. Metodi di applicazione e rappresentazione della luce. PDF Stampa E-mail
Scritto da Romano Baratta   

Romano Baratta. Lighting Project. Palestre Audace. MilanoSpesso si parla della luce e dell'ombra come opposti o antitetici. Altri, soprattutto i fotografi, come due amanti in un continuo rapporto complementare. Ragionamenti alimentati dai tanti racconti tra l'alternanza del giorno e della notte e del loro impalpabile contatto e avvicendarsi.

Molti tengono per la luce e quindi vedono il buio come secondario o non necessario, altri sono più dionisiaci e tengono per il buio e il suo sapore oscuro e la luce viene considerata come disturbante.

È da tempo che avevo in mente di scrivere sul tipo di legame che c'è tra la luce e l'ombra.
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L'occasione mi è stata data in un post su Facebook dove un utente ha pubblicato:

"La Luce non ha senso senza l'ombra."

A questa frase non potevo non rispondere e quindi scrissi che "Dipende dalla luce e dallo spazio. E comunque può avere senso anche senza ombra. Tanto per dare un esempio che tutti possono comprendere... Pensate ad un Ganzfeld di Turrell: anche senza ombra la luce presente ha senso ed è presente in modo evidente."

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James Turrell. Ganzfeld.

ambiente di pura luce, senza ombre. James Turell.

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A quanto da me scritto un altro utente rispondeva dicendo che:

"una lampada accesa in pieno sole non si vede, così come un Ganzfeld di Turrell installato sotto la luce del sole. La luce è percepibile per noi solo nel contrasto con l'oscurità."

A questo utente faccio presente:

Si ma parli di luce contro luce. È normale che una luce più forte annulli la luce più debole. È logico che ci vuole un luogo al riparo dalla luce solare per vedere la luce artificiale. È evidente che il flusso solare è molto più forte del flusso di qualsiasi luce artificiale.

Però il post, inoltrato inizialmente, indica che la luce senza un'ombra diretta e presente nello stesso spazio non ha senso, come se per rendercene conto è necessaria l'ombra vicino alla luce. Nella maggior parte dei casi è vero, non avremmo la bellezza e il gusto della luce stessa, ma in alcuni casi la luce può aver senso da sola senza un diretto contrasto con l'ombra. Luce come pura manifestazione di se stessa, come si vede in un gazfeld ma anche in altre installazioni di light art... Mi ricordo, a tal proposito, una bella installazione alla rotonda della besana di Massimo Bartolini, dove, dopo che il visitatore saliva su una scala in legno, si trovava con la testa in un ambiente di sola luce bianca... Nessuna ombra. Anche nell'installazione di Doug Wheeler "D-N SF 12 PG VI, 2012" ultimamente esposta a Palazzo Grassi nella mostra L'illusione della luce, la luce si manifesta pura e senza necessità dell'ombra.

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 Doug Wheeler. D-N SF 12 PG VI, 2012
ambiente di pura luce, senza ombre.Doug Wheleer.

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Scrivo ancora in un altro commento:

"La luce in sè è percepibile anche senza oscurità, come l'oscurità è percepibile anche senza la luce. Non sono necessarie l'un l'altra per esistere, ma sono necessarie assieme per creare differenti sensi e differenti atmosfere e soprattutto per dare il senso della tangibilità delle cose (oggetti, colori, materiali). Un ambiente di assoluta oscurità è cecità, come è cecità un ambiente di assoluta luminosità. Senza contrasto non si vede, ma si può percepire l'assoluto buio o l'assoluta luce."

Quanto sopra è per comprendere che luce e buio possono coesistere ma anche no, come nessuna delle due è più importante dell'altra. Si può avere una preferenza, possono essere modulate per creare delle atmosfere come si preferisce, ma alla base rimangono distinte ed autonome.
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Romano Baratta. Lighting Project. Attico Privato. Milano
luce e ombre a creare un clima luminoso ed un effetto estetico.
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In natura esistono sin dalla "notte" o dall' "alba" dei tempi sia il buio che la luce. Anche nella Bibba la luce e il buio (tenebre) sono sempre presenti seppur in modalità metafisiche (teologica) per poi essere presenti anche in modalità tangibile con il Giorno e la Notte. Due sfere differenti, correlate ma autonome e indipendenti, che possono, nella loro comunicazione, permettere la visione della realtà. Hanno lo stesso peso. Spetta a noi scegliere come modellarle in un ambiente, proprio come fa uno scultore. O si tira fuori la forma dalla materia (per sottrazione - sottrarre vuoto dal pieno) o si crea la forma nel vuoto (per addizione - aggiungere pieni al vuoto). Il metodo è lo stesso: o togliamo il buio dalla luce (sottrazione) o aggiungiamo luce al buio (addizione). Questo confronto fa emergere che la luce è il pieno e il buio il vuoto, proprio come nella realtà vengono percepite dalla gente: il buio è assenza, la luce è presenza.

Quelli descritti sopra sono due metodi differenti di intervenire che sottendono ad un modo differente di agire e intendere la Luce e il Buio. Nessuno dei due è migliore dell'altro; sono solo differenti. Naturalmente se si dovessero creare due ambienti simili nella presenza di luce ed ombra ma ottenuti con questi due metodi, avremmo due risultati simili ma differenti nell'essenza. Differenti sarebbero le sensazioni che percepiremmo.

 Romano Baratta. Drawing Light Art project
la luce è disegnata nero su bianco.

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Chi lavora con la luce solitamente utilizza il metodo addizionante, dell'aggiungere luce al buio.

Non so se sia più semplice o se è solamente il metodo più insegnato.

Noto però che chi illumina ha spesso difficoltà nel disegnare la luce. Credo che il motivo sia tutto nell'essenza del disegno che è per antonomasia sottrazione. Nel disegno su un foglio bianco, che sottende agli elementi in luce, bisogna segnare gli elementi in ombra con la grafite (o con altro). Il metodo del disegno è contrario a quello più utilizzato nell'illuminare che aggiunge luce al buio. Per rendere i due metodi simili sarebbe necessario disegnare su un foglio nero con colori chiari, come avviene con i pastelli a cera o come quando si utilizza la lavagna con i gessetti. In questo modo, forse, i progettisti della luce avrebbero più facilità nel rappresentare le proprie idee.

 disegno di moda
le zone in luce sono state ottenute aggiungendo
pittura bianca su fotocopia scura.
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Alcuni per ovviare a questa difficoltà rappresentano la luce, sul foglio bianco, con il colore giallo in modo da porla su un piano differente, ma in questo modo si crea un terzo livello rispetto ai due di base: oscuro e chiaro. È come astrarre la luce che si sta disegnando e non renderla reale ma solo simbolica. È un metodo grafico-simbolico che non sottende la realtà.

Romano Baratta. Drawing. Light Art project.
la luce è rappresentata con il colore giallo le zone più intense,
e con il bianco le zone meno intense.

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Purtroppo non esiste una vera e propria Scuola della Luce dove vengono elaborati i metodi di rappresentazione della luce. Nei pochi master e corsi sulla luce non si insegna a rappresentare la luce, non si insegna a disegnarla. Si insegna la base teorica e progettuale ma non come elaborarla con il disegno. Non si insegna a pensare la luce per lo spazio.

Romano Baratta. Drawing. Light Art project

Teniamo presente che il disegno è il metodo principale, dopo il pensiero puro (immaginazione) di elaborare una idea. Il disegno permette di sviluppare l'idea e ragionare su quanto pensato. Permette di rendere tangibili le idee e di rendere più semplici le successive elaborazioni e modifiche. Permette di capire gli errori o l'efficacia dell'idea stessa. Negli ultimi anni si è sviluppato molto l'utilizzo dei render che però non sostituisce il disegno ma è un passaggio successivo, innanzitutto per capire come certi materiali restituiscono ed interagiscono con la luce evitando degli errori, poi per rendere più simile alla realtà l'idea iniziale e comunicarla con più facilità.

Progettare la luce nella maggior parte dei casi è pura applicazione di metodi tecnici e delle norme e non elaborazione mentale per la creazione di un ambiente. Si ragiona poco e si applica tanto.
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Romano Baratta. Lighting Project. Attico Privato. Milano

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Sarebbe necessario quando si affronta un progetto della luce non partite in quarta con la scelta dei prodotti e il loro posizionamento, ma ragionare su che Luce e su che Ombra vorremmo che ci sia... ragionare su quale Clima Luminoso, su quale atmosfera e in generale su quale Mood. Capire che stile dare allo spazio, che umore e stato d'animo deve suggerire, quale carattere deve avere. In questo modo il progetto ha un'anima visibile.

Lo spazio vive!

 

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