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Romano Baratta
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Si può vivere senza luce? PDF Stampa E-mail
Scritto da Romano Baratta   

Editoriale 

Se la intendiamo come luce in generale, considerando di conseguenza anche quella naturale del sole, la risposta è scontata: non si può.

Ma si può vivere senza la luce elettrica? Ora la risposta non è scontata.

 ...

Senza luce elettrica si può vivere. Ma non sarebbe facile per l’uomo di oggi. Naturalmente senza l’illuminazione elettrica cambierebbero le attuali modalità del vivere la quotidianità, dato che le esigenze di oggi sono differenti rispetto a quelle di secoli fa, dove l’illuminazione artificiale era effettuata mediante candele, torce e lampade ad olio che naturalmente non permettevano un’elevata e massiva illuminazione degli ambienti bui o degli spazi esterni. L’uomo di oggi ha delle comodità indotte dall’illuminazione elettrica di cui difficilmente potrebbe privarsi. Quando parlo di privazione dell’illuminazione elettrica non intendo di tutta l’energia elettrica… mi riferisco solo delle sorgenti luminose elettriche.

Immaginereste di non avere più la luce in casa nelle ore notturne? Di non avere le città illuminate di notte in modo elevato come oggi? Pensate che sia possibile vivere in una società dove all’imbrunire la gente termina di lavorare e torna a casa, come succedeva un tempo? Non esisterebbero più certi tipi di lavoro come non esisterebbero più alcune forme di intrattenimento.

Senza la luce elettrica l’uomo tornerebbe a vivere rispettando i cicli naturali del giorno, della notte e delle stagioni annullando molte forme di stress indotte da questo modo di vivere odierno.

La luce elettrica ha sicuramente facilitato molto il quotidiano vivere (immaginiamo il miglioramento dell’illuminazione nei luoghi di lavoro o per la sicurezza stradale) ma ha anche, in modo indiretto, peggiorato la nostra esistenza. Ci ha introdotto in una direzione negativa del vivere, lontana dalla natura e anche dalla normalità. Oggi viviamo sempre più i luoghi chiusi proprio perché sono comodi ed illuminati sempre, oltre che decentemente. Il lavoro si protrae. Esistono i turni notturni per produrre di più, generati dalla sete di guadagno che non ha limite, spingendoci ad andare oltre il nostro orologio biologico. L’illuminazione artificiale permette sempre più lo sviluppo di questa sete spasmodica di denaro non essendoci più limite alla durata del giorno e delle stagioni.

L’uomo allontanandosi dalla natura si è alterato psicologicamente ed è più incattivito di quanto non lo fosse prima.

Molte forme di malattie mentali sono sorte proprio per questo modo di vivere. Lo stress è in continua crescita nonostante le normative cercano di rendere i luoghi del vivere sempre più decenti. Il punto è che oramai siamo ottenebrati dalla filosofia prestazionale del lavoro che non ci permette di vivere il variare della giornata. Viviamo per il lavoro. E il lavoro spesso consiste in un luogo apparentemente sicuro. Chiuso. Molto illuminato. Comodo. Ma slegato dal ciclo biologico della vita.

Bhé però senza luce elettrica non avremmo più modo di assistere ad alcuni scenari magnificenti, come ad esempio all’illuminazione ben fatta di certi monumenti, o di introdurci con stupore in un parco illuminato con sapienza, o di far parte di una installazione visionaria di Light Art. Non potremmo essere sorpresi dall’effetto unico quanto semplice di un vialetto o di una scalinata con dei segnapasso a macchie di leopardo o da una luce radente su una parete rovinata.

L’uomo può vivere senza luce elettrica. Oggi, però, sarebbe impossibile. Ma è sicuramente possibile riadeguarsi a livelli di luce più naturali, dove si contempla il passare del giorno rispettando le stagioni e quindi adeguandosi alla notte anche nell’illuminazione elettrica.

Questo è fattibile. Non sono necessari livelli di illuminamento alti. La qualità dell’illuminazione non è sempre collegata alla quantità. In molti casi un elevato illuminamento abbassa la qualità di percezione oltre a danneggiare il nostro organo visivo.

 

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