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Museo #1 - MAGa (Museo Arte Gallarate) PDF Stampa E-mail
Scritto da Romano Baratta   

MAGa - Museo Arte Gallarate - fronte Il 19 marzo ha inaugurato la nuova sede della Gam (Galleria d'Arte Moderna) di Gallarate ribattezzata MAGa (Museo Arte Gallarate), sede che si attendeva da decenni, dato che dove risiedeva fino a poco tempo fa era una location temporanea. La struttura attuale è per metà un recupero di archeologia industriale e per l'altra una cosruzione ex novo. 

L'illuminazione è stata curata da una nota azienda marchigiana. Girando per il museo si notano i plurimi errori tecnici dovuti ad un pessimo progetto illuminotecnico.

L'illuminazione generale delle sale espositive, sia esse della collezione permanente che della zona adibita alle esposizioni temporanee, è ottenuta mediante: luce diffusa, realizzata tramite grandi superfici diffondenti, e luce d'accento, prodotta con proiettori su binario.

Come si può notare dalle immagini correlate l'illuminazione dei diffusori avviene in maniera non uniforme, sono ben visibili delle zone d'ombra. L'alternanza di zone d'ombra e zone più luminose non dà un effetto piacevole; inoltre vi sono delle lacune tecniche: i valori degli illuminamenti (lux) che si raggiungono non sono alti. Sottolineo che il museo in questione non è una pinacoteca storica ma una galleria di arte moderna e contemporanea, l'arte contemporanea non è soggetta a limiti di esposizione alla luce, tanto è che spesso si rendono necessari alti illuminamenti per poter correttamente usufruire dell'opera. Vedendo i sistemi di luce diffusa utilizzati pare che i progettisti dell'azienda marchigiana, che hanno partecipato a questo progetto, non sappiano calcolare il rapporto metrico per quantificare la quantità di lampade necessarie ad ottenere l'uniformità su una superficie diffondente.

sistema per la luce diffusa

Questi tecnici ignorano anche la necessità di prevedere la luce d'emergenza in un museo. Il museo è tempestato da una infinità di apparecchi d'emergenza posizionati a fianco degli apparecchi di illuminazione. Tale accostamento fa pensare che le lampade d'emergenza siano state aggiunte successivamente da un progettista elettrico o direttamente dagli elettricisti. Sarebbe stato consono prevedere apparecchi d'illuminazione provvisti di gruppo d'emergenza, con modalità sempre accesa (SA), dove una lampada dell'apparecchio rimane in funzione in caso di black-out.

lampada per illuminare le scale accompagnata da apparecchio di luce d'emergenza

incasso  con apparecchio incassato di luce d'emergenza

È scandaloso vedere in un museo appena costruito, che ha la pretesa di annoverarsi tra i migliori musei d'Italia, un'illuminazione di così basso valore.

È scandaloso sapere che non sia stato chiamato nessun progettista della luce, ma direttamente un'azienda costruttrice che, come è ovvio, non è stata in grado di progettare l'illuminazione corretta.

accostamento indecente di apparecchi di illuminazione 

È scandaloso vedere un nuovo museo con lampade d'emergenza che oltre ad essere di brutta fattura sono addirittura posizionate in modo errato. Molte di queste lampade quando si accenderanno (spero che non ve ne sia mai la necessità) non diffonderanno la luce verso il pavimento ma nel vuoto verso i finestroni, compromettendo così la sicurezza dei visitatori.

vista generale area collezione permanente

È scandaloso constatare che anche l'elettricista o il progettista elettrico non sappiano posizionare e scegliere apparecchi d'emergenza idonei. Se analizziamo nello specifico gli apparecchi d'emergenza installati tra le grandi superfici diffondenti notiamo che non sono posizionati in modo da permettere alla luce di non essere ostacolata dai diffusori, inoltre sono state scelte lampade ad emergenza con sorgenti fluorescenti di bassa potenza, questo comporta l'impossibilità d'illuminare il pavimento. Questi apparecchi si trovano a circa 7 m di altezza, si doveva optare per una lampada d'emergenza con sorgenti alogene a fascio stretto (vedere la prima foto tecnica).

È scandaloso che sia stato chiamato un architetto esperto in progettazione di musei e venire a conoscenza che non abbia posto attenzione all'illuminazione del museo, tanto meno che abbia richiesto l'intervento di un professionista della luce per ottemperare a tale necessità.

Un altro punto opinabile è stato a mio avviso il coprire la vista di quelle splendide capriate, nelle due aree ristrutturate, con questi enormi diffusori bianchi. Si poteva intervenire in modo diverso, rispettando l'architettura ed i suoi volumi, senza fissarsi nell'uniformare i prodotti illuminanti. In questo caso l'uniformità del diffusore è buona.

capriate coperte

Questo museo è un chiaro esempio di ciò che comporta la mancanza di un progetto illuminotecnico redatto da un buon professionista della luce.

vista delle reglette luminose per luce diffusa

reglette con diffusore industriale per la luce diffusa

 

 

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