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Scritto da Romano Baratta   
Editoriale

La prossima settimana vi è la festa dell'Immacolata Concezione ed in molte città si festeggia l'evento con l'accensione di falò, mentre alcune grandi città si apprestano ad inaugurare la loro festa della luce.

A Lione, in Francia, come ogni anno dal 1999, ci sarà un tripudio di luci colorate ed eventi. Una festa della luce unica e grandiosa, peccato che il solito nazionalismo francese non lascia spazio a progettisti e creativi di altre nazioni, difatti quasi tutti, se non tutti, gli ideatori degli interventi di quest'anno sono francesi. E’ un dispiacere anche notare che questa festa della luce lasci poco spazio a progetti davvero innovativi e creativi. La vince la spettacolarità delle solite proiezioni sui monumenti piuttosto che vere novità di luce.

Nulla di meglio se parliamo della nuova festa della luce di Milano: Light Exhibition Design. Anche a casa nostra vedremo le solite proiezioni su monumenti e decori natalizi. Vi è un fatto negativo in questo evento, anche nomi altisonanti del light design si fermeranno alle semplici e decorative proiezioni. Vi saranno poi designer-imprenditori che propineranno gigantesche lampade delle loro aziende e le mostreranno al pubblico come se fossero nuove soluzioni di arredo urbano. È spiacevole notare che il Comune di Milano chiami questi progettisti e faccia loro esporre prodotti commerciali che pubblicizzano le loro aziende. Non è la prima volta che accade un fatto del genere! Già negli anni passati abbiamo assistito durante il Salone del Mobile, presso alcune porte della città meneghina, ad installazioni aziendali propinate come interessanti interventi di luce.

Sempre identica a se stessa è la manifestazione le “Luci d'Artista” di Torino. Fino ad oggi (ben 12 edizioni) ho visto solamente uno o due interventi interessanti, il resto sono banalissime installazioni. Il motivo di tale mediocrità è semplice da spiegare: vengono chiamati artisti che non c'entrano nulla con la luce. Sono spesso artisti legati alla città di Torino per nascita, per legami culturali, come ad esempio gli artisti dell'arte povera (movimento formatosi negli anni '60 a Torino per mano di Germano Celant), o che hanno una notevole rilevanza per la città tanto da ottenere la commissione delle installazioni.

Basta!

Sono stanco di vedere, durante questi importanti eventi di luce, interventi che sono inutili, che sono ormai scontati, che hanno solo finalità decorativa. Dichiarare che essi siano interventi di luce è al limite della banalità. Sono troppo spesso le solite cose ed anche i soliti nomi quelli che vengono chiamati a realizzarle. Sono fonte di vergogna per i veri light-artist e per i designer della luce.

Se si volessero creare degli eventi di luce interessanti si dovrebbero chiamare veri professionisti - sottolineo in questo caso: non chiunque si ritenga tale ma colui che, come si direbbe oggi, possiede l’"x factor” - sono questi che hanno le capacità di realizzare interventi di pura ricerca di Light Design e di Light Art.

 

Romano Baratta (direttore)

 

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