Intervista a Giordana Arcesilai
Scritto da Romano Baratta   

Giordana ArcesilaiCome è stata l'ultima edizione di Euroluce? Quali le aziende e i prodotti interessanti? Come potrebbe migliorare? Ne abbiamo discusso con Giordana Arcesilai.

 

Romano Baratta: Buongiorno Giordana, per iniziare direi di presentarsi al pubblico.

Giordana Arcesilai: Sono architetto lighting designer, nel senso che dedico la mia professione esclusivamente alla luce, dalla progettazione illuminotecnica al design di apparecchi, dal training e sviluppo culturale del mercato di riferimento alla redazione di libri e articoli specialistici, alla consulenza alle aziende. Negli anni ho maturato un’esperienza trasversale nel campo dell’illuminazione, partendo da quella commerciale acquisita presso l’azienda di famiglia, che mi ha portato ad intraprendere la libera professione nel lighting design dal 2000.

Sono dunque nata nella luce, “formandomi” nello showroom di mio padre sorto negli anni 50, tra i primi in Italia a lanciare il moderno. La mia deformazione è stata quindi fin da sempre “selezionare” per proporre al pubblico, il nostro era lo showroom dove andare a vedere le proposte anche più innovative e coraggiose, privilegiando le aziende che fanno ricerca.

Ha utilizzato la parola “ricerca”, a me molto cara ma ahimè poco diffusa quando parliamo di luce. Cos'è per lei la ricerca in questo 'ambito?

La sperimentazione di nuovi materiali, il coraggio delle forme, nuove ottiche, creare nuovi bisogni all’utilizzatore. Nascono così i prodotti-progetto… In alcuni casi un po’ delle avanguardie.

euroluce

Ha visitato Euroluce 2009. Vorrei sapere in modo generale cosa ne pensa di questa edizione, che è stata organizzata in concomitanza della crisi economica.

La crisi c'è, è innegabile, anche se non percepibile dalla quantità di pubblico e operatori che c’erano; se un alieno all’oscuro della crisi e dei suoi segnali fosse stato catapultato a Rho Fiera in questi giorni, e avesse visto la fiumana di operatori e visitatori presenti, avrebbe un’immagine un po’ distorta della crisi…

Io sono partita per la fiera con poco slancio, ormai per me non è una novità, ma poi mi sono lasciata prendere, con l’entusiasmo di sempre, davanti alle diverse proposte e al pathos con cui ogni azienda illustrava i suoi prodotti (forse merito della crisi?).

Stand Lucifero's

Data la sua preparazione tecnica ci indichi quali aziende, a suo avviso, risultano aver proposto prodotti interessanti.

Nel campo dei LED, i LED di potenza che ha proposto DGA, per andare incontro ad un' illuminazione sostenibile; pensiamo ai punti vendita, pensiamo a quanto si può risparmiare in termini di energia, anche dal punto di vista degli impianti di condizionamento utilizzando apparecchi illuminanti altamente efficienti che non richiedono manutenzione...

Sono contenta che si siano viste meno proposte di RGB, ormai sappiamo che la tecnologia c'è, in qualche progetto si potrà usare, ma non appartiene alla nostra cultura.

Mi è piaciuto lo stand di Lucifero's, che si è proposta in fiera per la prima volta, facendo capire che offre soluzioni di luce, non prodotti fini a se stessi, cioè senza esporre il catalogo ma con uno stand efficace dal punto di vista delle ambientazioni.

Mi è piaciuto M.Y.R. di Reggiani di J.Mayer H., un curioso corpo circolare polimorfo in silicone con valenze tecniche ma dalle forme riprese dalla natura.

Ma anche tanti altri…

M.Y.R. Reggiani

M.Y.R. di Reggiani è molto interessante per questa sua forma organica atipica, peccato che non è stato esposto in modo da valorizzarlo... forse Reggiani non ci credeva molto in questo E.T. della luce. Lucifero's, nonostante non sia un'azienda giovane, la possiamo considerare una new entry tra i produttori perché poco conosciuta dai progettisti e quindi poco utilizzata fino ad ora. Ha saputo valorizzare i prodotti e le nuove idee che circolano in azienda... ha mostrato una mentalità elastica, caratteristica rara nelle imprese. DGA è da considerare, a questo punto, tra le aziende migliori che producono apparecchi a LED... Dato che ce ne sono molte, difatti, mi sono reso conto che vi è un proliferare di prodotti a LED, e ce lo si aspettava in questa edizione. Ha notato sviluppi interessanti o un ammasso di aziende che producono tutte le stesse cose?

E’ già da un po’ che i LED sono iper-proposti, e le copie delle copie ci saranno sempre, ma devo dire che ne ho trovato un uso anche originale, dal prodotto di design al prodotto per fare luce e al prodotto per disegnare la luce ecc. Il LED non va pensato solo come sostitutivo delle attuali sorgenti luminose, ma come strumento per possibilità creative nuove.

C’è da dire che il progettista che oggigiorno deve fornire un impianto che utilizzi tecnologia LED al suo cliente, è veramente in difficoltà per le troppe proposte; soprattutto nel campo dei LED, ci sono alcune aziende attrezzate per il prodotto “su misura”, molte provenienti dall’elettronica. Importante avere le dovute garanzie di utilizzo di prodotti di qualità, il fornitore dei LED, la selezione dei LED, l’attenzione allo smaltimento del calore ecc., le loro referenze lavori…e non da ultimo, un buon servizio post-vendita. Mi è già capitato di avere problemi con un impianto a LED una volta fornito, l’installatore non è in grado di metterci mano!

Ho constatato che in linea generale quasi tutte le aziende, comprese quelle tecniche, stanno sviluppando non l'ambito tecnologico ma quello estetico, proponendo proiettori o piantane dalle forme particolari...

C'è stato un momento di estremo minimalismo, sicuramente integrabile in tutti i contesti, dove ci si è concentrati sulla pura tecnologia, ora le forme si stanno muovendo, anche i controsoffitti si piegano come fogli (profilo End di Buzzi & Buzzi), i colori stanno cambiando, non più grigio alluminio a tutti i costi ma ad esempio ora, sugli esterni, la tendenza al marrone, castagna, corten…

Se non lo fanno gli italiani che sanno fare design...chi lo può fare?

Stessa nota vale per i tanti apparecchi che hanno integrato un sistema di riproduzione audio per l'iPod...

Vedi il sistema Segment di Lucifero’s che ingloba oltre alla luce le altre tecnologie come acustica, tastiera per la gestione del colore, iPod, orologio digitale ecc.

interno dello stand Lucifero's

Ottime soluzioni per eliminare quegli orribili accostamenti negli interni di abitazioni o nei negozi tra i vari apparecchi d'illuminazione, casse audio, pulsanti e quant'altro di differenti rifiniture...

E' palese la collaborazione, da parte delle aziende, con grandi nomi del design o dell'architettura, piuttosto che di giovani designers...

Sì, è un'operazione di marketing che ormai chi ha intrapreso deve portare avanti, ma non mi spaventa e non mi condiziona, né come utilizzatore né come designer, in quanto come utilizzatore scelgo non per il nome ma per l'idea, la buona realizzazione ecc. E da designer... C'è spazio per tutti, bisogna crederci!

Balza all'occhio l'utilizzo di materiali differenti per la realizzazione degli apparecchi, rispetto a quelli solitamente noti. Sono cemento, gomme o direttamente travi d'acciaio ad essere impiegati per realizzare inusuali apparecchi...

Certo e andare a cercare questi spunti, anche da aziende minori o al salone satellite, è molto utile e stimolante.

Tra le aziende di decorativo c'è qualcuna che l'ha entusiasmata?

La spagnola Vibia con le sue amebe, Catellani & Smith con Eco-logic light, un uso poetico e concettuale del LED, le Cosmic Leaf di Ross Lovegrove per Artemide. Ho visto molto strass, gocce di cristallo usate con ironia (Slamp) o riproposte in materiale plastico (Foscarini); concetti sublimati nell’ opera del grande Ingo Maurer, “Lacrime del pescatore”.

Eco Light di Catellani & Smith

Interessante Molo Design, canadese che realizza divisori e mobili flessibili in textile, un materiale in Polietilene non tessuto, il cui nome commerciale è Tyvek; è riciclabile al 100% ed è costituito per il 5-15% da materiali riciclati; con LED integrato (fa parte tra l’altro della collezione permanente del Museo di Arte Moderna (MoMA) di New York).

Antonangeli, sembrerebbe un po’ di parte la mia segnalazione, con la sua linea romantica da esterno in gran parte da me disegnata...d'altronde, quando il designer propone il prodotto, quando ha un'idea, è giusto che lo proponga all'azienda che ha il catalogo giusto per quel prodotto; in questo caso l'azienda non aveva prodotti da esterno.

E' ora di smetterla di volere, da parte delle aziende, cataloghi con “tutto”, è importante che le aziende cerchino di mantenere una loro identità, facciano bene quello che sanno fare, senza voler strafare…basta cataloghi tutti uguali, spersonalizzati, senza un filo conduttore.

... Le aziende dovrebbero cominciare a capire che è controproducente avere tutte dei cataloghi simili.

Antonangeli: Miami - design Giordana Arcesilai - 2007

Antonangeli: Pharos - design Giordana Arcesilai - 2008

Al Salone mancavano grandi aziende, come la Targetti, la iGuzzini, Zumtobel, ecc. Assenza riconducibile alla crisi in atto o voluta per investire in altri palcoscenici?

Forse l’investimento è così grosso, dati i costi, che non sempre paga, e alcuni vogliono investire in altri contesti, organizzando eventi o corsi, o meetings; qui ti puoi confondere, il modo di vendere è cambiato, oggi ci sono servizi non prodotti, è cambiato il mercato, non più così legato ai rivenditori, la fiera può essere vista come un po’ fuori tempo da certi produttori., chiaro che si nota chi non c'è… Ma attenzione, così si fanno largo le aziende di nicchia, specialiste in qualcosa, con le quali è più facile realizzare, nel caso il progetto lo richieda, un prodotto custom e, cosa importante, producendo loro, la qualità è sotto controllo, aziende con le quali è più concretizzabile un rapporto ravvicinato e di collaborazione tra il progettista e l’ufficio tecnico e la direzione commerciale dell’azienda… Non tutti i mali vengono per nuocere.

E in fiera c’erano veramente tanti progettisti… Anche specialisti della luce.

Ha visto qualche proposta di luce che l'ha particolarmente interessata al Salone Satellite o al Fuori Salone?

Intanto ho privilegiato chi ha esposto ed investito in fiera, panorama univoco per capire quali sono le tendenze e dedurne un filo conduttore. Anzi ho notato con piacere che da parte delle aziende sono stati proposti un po' meno prodotti, ma ben pensati; ci sono stati anni in cui stand interminabili proponevano troppi prodotti, addirittura prodotti test e in base all'apprezzamento del pubblico li mettevano in produzione!

Non è più tempo, ottimizziamo le risorse.

In Triennale ho visto un’interessante ricerca giapponese, Tokio Senseware, sui materiali, molto stimolante, il cemento che può diventare trasparente… Luce e materia che si fondono, perché non c’è luce senza materia o materia senza luce, interagiscono continuamente.

Cosa è mancato a questa edizione di Euroluce?

L'arredo urbano, l’innovazione anche dal punto di vista dell’illuminazione stradale, urbana e architetturale; quanta energia viene sprecata con una inconsapevole progettazione della luce attualmente! Io stessa sono tra i fondatori di una nuova associazione, “Light-is” (Professional Eco-light association o Associazione Professionale Illuminazione Sostenibile), che sta nascendo proprio in questi giorni, che ha lo scopo di sostenere la progettazione da parte del professionista della luce secondo criteri eco-compatibili, diffondere ad ogni livello e senza confini i propri principi etici, promuovere nuovi standard per il mercato e la produzione ecc. Facendo un’attenta ed oculata progettazione della luce, sia in interno che in esterno, possiamo dare il nostro contributo all’ambiente.

 Come vorrebbe che fosse Euroluce?

Una fiera più presa in considerazione dalle aziende, dove non sia solo una gara ai metri quadri ma alla sostanza e dove le aziende propongono solo le innovazioni, dove sia presente la luce dalla A alla Z, facendo coesistere il design con la tecnologia, perché la luce è l’insieme di tutti questi fattori.

Io progetto con lo stesso entusiasmo ed impegno la casa privata, nei suoi dettagli, (non a caso ho scritto il mio primo libro Progettare la luce La casa) così come una piazza, l’illuminazione di una rocca ecc.

Ora, alla fine di questa kermesse, il compito difficile sta al lighting designer, che ha infiniti strumenti-prodotti a disposizione, e ha il delicato compito di creare ambienti confortevoli, stimolanti ed eco-sostenibili allo stesso tempo, lavorando con la luce.

logo light-is

A tale proposito, poco fa parlava dell'associazione “Light-is”. Vorrei sapere come questa associazione sostiene il progettista della luce che necessità d'eseguire un progetto sostenibile? Ci si può iscrivere all'associazione?

L'associazione è aperta a tutti i professionisti che svolgono attività di progettazione illuminotecnica, ma anche a tutti coloro che desiderano sostenere in qualsiasi forma le attività dell'associazione. Light-is è un'associazione culturale, con l'ambizioso progetto di sostenere la figura del professionista della luce, diffondendo in Italia ed in Europa una nuova etica della luce, nella progettazione e nella ricerca di scelte più a misura d'uomo. Come tale Light-is, ha già in programma in tutta Italia numerose attività di informazione e formazione, momenti di riflessione e confronto, e metterà a disposizione attraverso il suo sito internet www.lightis.ue , e per i suoi soci, strumenti e documentazione a supporto della loro attività di progettazione e di formazione.

Certo che ci si può iscrivere, sia come socio ordinario (se si è iscritti ad un albo professionale) che sostenitore. L'associazione è aperta a tutti i professionisti che svolgono attività di progettazione illuminotecnica, ma anche a tutti coloro che desiderano sostenere in qualsiasi forma le attività dell'associazione. Per iscriversi si prende visione, si condivide e sottoscrive una carta etica della luce, dove sono indicate linee guida per realizzare un’illuminazione sostenibile.

Per quanto mi riguarda, sono in primis socia APIL (Associazione Professionisti dell’Illuminazione) da qualche anno.

Un saluto ai lettori di Lighting Now!

Cari appassionati della luce, cercate di diffondere il potere di questo strumento! Ciao!