Massimo Bartolini (Cecina, 1962) è un artista che definisce e reinterpreta gli spazi, dà loro nuova forma e nuovi significati, creando ambienti inusuali, intrisi di una intensa, suggestiva atmosfera. Le sue opere sono caratterizzate da una costante oscillazione tra percezione e impercettibilità. Elementi dinamici inducono lo spettatore a una riflessione stilistica, mentre lo proiettano su un piano quasi metafisico. Attraverso l'utilizzo di più tecniche, dall'installazione al video alla fotografia, Bartolini interviene sull'interpretazione dello spazio, plasmato a indurre un coinvolgimento attivo nel visitatore. La luce assume un ruolo fondamentale in molti suoi progetti: è nel pavimento abbagliante di una capanna di bamboo (Biennale di Venezia, 1999), nel soffitto di una stanza, originando un'atmosfera eterea (Rotonda della Besana, Milano, 2000) e diventa tangibile nelle porte luminose, presentate per la prima volta alla Casa del Masaccio (1998), dove le soglie da oltrepassare appaiono incandescenti. Bartolini ha partecipato a numerose esposizioni italiane ed internazionali, tra cui Manifesta 4 (Francoforte, 2002) e la Biennale di Venezia del 1999. Tra le mostre personali più recenti quella al Museu Serralves, Porto, 2007; alla GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino, 2005; Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato, 2003; allo Städtisches Museum Abteiberg, Mönchengladbach, Germania, 2003. Inoltre, tra le collettive: Arte italiana fra tradizione e rivoluzione, 1968-2008, Palazzo Grassi, Venezia, 2008; Où? Scenes du Sud: Espagne, Italie, Portugal, Carrè d’Art – Musée d’Art Contemporain de Nimes, Nimes, Francia, 2007; Ironia Domestica. Uno sguardo curioso tra collezioni private italiane, Museion - Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Bolzano, 2007; Ecstasy: In and About Altered States, The Museum of Contemporary Art, Los Angeles, USA, 2005.
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