Il Roden Crater di James Turrell |
“Cerco di rendere visibili i vestiti dell’imperatore” così James Turrell definisce il suo lavoro e il mezzo al quale si affida, la luce. L’artista americano James Turrell (Los Angeles, 1943) si sta dedicando al Roden Crater Project , con un’ostinazione e una creatività senza pari, sin dagli inizi degli anni Settanta, affascinato dalle emozioni che la luce trasmette. “Ma la sua luce non si può dipingere su una tela, deve essere dentro uno spazio – dice Giuseppe Panza di Biumo – è necessario modificare un ambiente che deve essere vuoto e soprattutto grande”. Il progetto, situato nella zona centrale del Painted Desert, presso Flagstaff (Arizona, USA), si configura come il più grande land-formed work del mondo, interessando, in un complesso processo di rimodellazione e scavo, il corpo interno di un cono vulcanico estinto noto come Roden Crater.L’opera dell’artista statunitense, eseguita in collaborazione con architetti, ingegneri, geologi e astronomi americani, prevede la realizzazione di complesse strutture architettoniche totalmente ipogee – con aperture adeguatamente eseguite e orientate – ove sarà possibile, per il visitatore, catturare e interagire percettivamente con la luce solare, lunare e stellare. L’opera si delinea con un insieme di camere che funzionano come precisi e sofisticati osservatori astronomici a occhio nudo, ma soprattutto come spazi d’arte in cui Turrell è capace di mostrare, in tutta la loro disarmante bellezza, l’esaltante forza e visionarietà delle sue soluzioni spaziali e luministiche nel nitore del clima desertico: lì ogni sensazione – visiva, acustica e tattile – subisce una dilatazione senza precedenti, predisponendo il fruitore a un viaggio nell’altro da sé che, al contempo, è un profondo e misterioso periplo interiore. |
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