Luci d'Artista di Torino |
Scritto da Romano Baratta | |
Anche quest’anno Torino s’illumina con le Luci d’Artista permettendo alle vie di vestirsi a festa e infondere nei passanti nuovi profumi. La città da un bel po’ di anni allieta le notti torinesi con delle installazioni luminose realizzate da artisti e designers chiamati a liberare la loro creatività. È divenuto un appuntamento fisso del mese di novembre in concomitanza con la settimana dell’arte del capoluogo piemontese. L’evento è organizzato dal Comune di Torino che ha deciso da un po’ di anni di migliorare la vivibilità della città con una offerta culturale di tutta invidia. Grandi concerti, mostre, fiere che hanno fatto tornare Torino un polo interessantissimo e d’avanguardia. Quest’anno Torino si è alleata a Milano per creare dei macro eventi tutti targati Contemporary Arts, permettendo di ampliare il bacino d’utenza dei concerti e delle esposizioni organizzate nelle rispettive città. Una serie di appuntamenti autunnali volti a valorizzare le arti espressive contemporanee. Alcuni degli artisti e designers della undicesima edizione sono: Mario Airò con “Cosmometrie”, dove mediante proiettori dotati di gobos proietta, sul pavimento dei portici antistanti il teatro regio, dei disegni tratti dal libro “Articuli 160 adversus mathematicos” di Giordano Bruno. Enrica Borghi che sospende su via Lagrange le “Palle di neve”, insieme di bottiglie riciclate con all’interno una lampada. Daniel Buren in Piazza palazzo di città ha creato un “Tappeto volante” di cubetti colorati dalla quale traspare la luce a creare una suggestiva quanto fitta scacchiera. Nicola De Maria in Piazza San Carlo, ha reinterpretato le 8 cornucopie dei lampioni cambiando i vetri trasparenti delle lanterne con altri colorati e circondandoli di filamenti luminosi nell’intervento intitolato “Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime”. Richi Ferrero ha illuminato una gru posta su Corso Regina Margherita evidenziata con luce blu che sorregge col gancio una piramide rovesciata che cambia colore in base al tempo metereologico del giorno dopo: rosso se sarà un giorno con sole e blu in caso di mal tempo o un colore pastello per il tempo incerto. Rebecca Horn al Monte dei cappuccini ha realizzato “Piccoli spiriti blu” un’intervento che modifica la percezione consueta della chiesa Santa Maria al Monte dei cappuccini, dove molti tubi al neon circolari a luce blu si stagliano con un effetto di tono su tono sulle pareti della chiesa illuminate di un intenso blu. Joseph Kosuth, come consueto nel suo stile, ha realizzato con i tubi al neon delle scritte poste sul bordo interno della cinta del Po: i murazzi. Citazione di Calvino, da Le città invisibili e di Nietzsche da Così parlò Zarathustra. Qingyun Ma presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ha disposto degli ideogrammi fatti di neon colorati, rosso, verde e blu (rgb), che rappresentano gli ideogrammi con su scritto ming che significa luce. Mario Merz (artista torinese morto nel 2003) ha realizzato con tubi al neon rosso una sequenza di numeri, la serie di Fibonacci, visibile sulla cupola della Mole Antonelliana. Classico tema della sua ricerca artistica sulla natura e i suoi processi. Michelangelo Pistoletto ha posto sull’Antica Tettoia dell’orologio di Porta Palazzo una serie di frasi luminose di neon colorato che indicano la stessa cosa: “Amare le differenze” che è il titolo della sua opera. Porta Palazzo è luogo d’incontro etnico, quindi luogo dove si manifestano le differenze in città. Le frasi sono 39 come le diverse etnie presenti in città. Gli altri interventi non pongono la luce come elemento primario dell’opera, quindi preferiamo non menzionarle. Di questi interventi, pochi sono veramente interessanti dal punto di vista artistico e soprattutto illuminotecnico. La maggior parte di artisti o creativi in generale che si cimenta con la luce tende ad utilizzare tubi al neon per creare scritte, decorazioni, segni. Pochi intervengono con idee originali. Tra gli interventi di Torino un menzione speciale merita l’intervento di Rebecca Horn, che ha reinterpretato la lampada al neon a base circolare installandole in un contesto storico che acquista un valore fiabesco dai toni acuti per mezzo dell’ampia luce blu che invade la chiesa in contrasto con la luce calda proveniente dall’interno, visibile dai finestroni. Concettuale l’intervento di Richi Ferrero, mentre molto decorativo e stravagante quello di Daniel Buren che copre la piazza con i cubetti luminosi e colorati. Un vezzo interessante è la serie di Fibonacci sulla cupola della mole che Mario Merz ha pensato per animare la vista notturna del monumento principe di Torino. Un gesto fantasioso, dove questi numeri, di un intenso neon rosso, stanno per prendere il volo verso il cielo. Un intervento dal sapore molto grafico e in linea con le ultime tendenze architetturali e di design. Decorativo ma particolare l’opera di De Maria in piazza San Carlo. Un modo differente di pensare le lanterne. Suggestivo per i vari colori, ma niente di straordinario il lavoro di Michelangelo Pistoletto a Porta Palazzo: sempre scritte con tubi al neon. Luci d’artista ci soddisfa perché unico esempio italiano di rendere più bella la città attraverso la luce (non valutiamo di pari valore e intento le illuminazioni di Ancona o di Bergamo), ma lo saremmo di più se si potesse chiamare ad intervenire reali artisti della luce e non solo poveristi torinesi. Artisti che usano la luce e con essa creano scenari e non solo l’oggetto-neon come metodo oramai consolidato con la quale si è sicuri di non sbagliare. Pensare di chiamare anche dei lighting designer di fama mondiale... a cominciare dall'Italia!
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