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…e tutto risplende… solo se c’è luce PDF Stampa E-mail
Scritto da Daniela Lussana   

Renato Jaime Morganti: toccando l'invisibileDove si parla di luce noi di Lighting Now! cerchiamo di presenziare. In questi giorni la luce ci ha portato oltre frontiera nella bellissima ed elegante Lugano. La gallerista Mya Lurgo, dell’omonima galleria con sede nel centro della città, ha deciso di chiudere le ante della propria galleria, di spegnere le solite lampade, presentando, ai propri collezionisti e frequentatori, la prima di una serie di appuntamenti d’arte che ha come tema la luce. Saranno proposte, per un intero anno, opere di luce ed opere di new media.

 

 

 

 

La rassegna dal titolo “OUTRENOIR + New Media Art Project 2010-2011” vede ben tre curatori alternarsi nella presentazione di vari artisti: Martina Cavallarin, Alessandro Trabucco, Cristina Trivellin.

“…e tutto risplende… solo se c’è luce” è il titolo della mostra inaugurale, è Trabucco che cura la bi-personale di: Claudio Cavallaro e Renato Jaime Morganti.

Il titolo rispecchia pienamente il lavoro dei due artisti, le opere presentate propongono una doppia visione della luce: una più scientifica e concettuale, l’altra maggiormente magica ed ambientale.

Quello di Cavallaro è un lavoro che tocca principalmente la considerazione incantevole e prodigiosa della luce. I suoi lavori sono per lo più site specific, in essi si propone una nuova vita per oggetti da tempo in disuso. Vi è una rinascita e questa avviene grazie al tocco di farfalle che l’artista posiziona, seguendo un lungo percorso, fino all’oggetto da rianimare.

Claudio Cavallaro: vista generale dell'installazione

Nelle opere di Cavallaro la luce è solamente il mezzo con il quale l’installazione può essere vista anche nell’oscurità, non è la principale materia dell’opera. Le farfalle e gli oggetti di Cavallaro vivono anche senza luce, essa presenta gli oggetti in una nuova forma di ambientazione, in una nuova atmosfera. Al buio per essere visti gli oggetti devono essere illuminati da luce di wood.

Il lato maggiormente scientifico e geometrico della luce è quello presentato da Morganti. Esso cura l’aspetto della luce che può essere definito più concettuale. La luce per l’artista ha la finalità di valorizzare alcuni aspetti degli oggetti di cui fa parte. La differenza primaria rispetto a Cavallaro è che la luce è parte integrante dell’opera e non semplice mezzo di visione di essa. Molte delle opere di Morganti sono fatte per essere condivise con lo spettatore, che è colui che le attiva interagendo con esse.

La porta delle percezione” è un chiaro esempio della sua produzione artistica. L’opera si ritaglia dello spazio all’interno della stanza, questo è il lato più architetturale, e diviene visibile, quindi si accende di luce propria, nel momento in cui lo spettatore la oltrepassa.

Renato Jaime Morganti: la porta della percezione

Le opere dei due artisti sono visibili fino al 24 aprile.

Oltre alla mostra, la gallerista propone anche, in un piccolo spazio della galleria, una sua opera d’arte. Infatti Mya Lurgo è anche un’artista ed opera anch’essa con la luce per la sua produzione d’arte. Servendosi di proiettore dipinge le pareti con varie trame di colore, precedentemente impresse su un filtro.

 

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