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Incandescenza ti difendo! PDF Stampa E-mail
Scritto da Romano Baratta   
Ogni volta che sento o leggo notizie, come quella riportata nel video che segue, mi imbestialisco!

Per diminuire le emissioni di CO2 nell'ambiente si sente sempre dire che bisogna limitare l'utilizzo delle classiche lampade ad incandescenza a favore di lampade a fluorescenza, o come le chiamano tutti, le “risparmio energetico”. Vogliono limitare l'utilizzo delle lampade ad incandescenza in favore di altre altrettanto inquinanti per l'ambiente. Questo articolo di Giacomo Rossi fa chiarezza in merito, qui potrete capire perché le lampade fluorescenti non sono eco-compatibili.

 

Il primo punto negativo di tutta la faccenda concerne la questione della diminuzione del CO2 nell'ambiente, per fare questo non lo sappiamo ma in realtà si aumenta la presenza di mercurio. Tutto sta nello smaltimento delle lampade fluorescenti, se buttate inconsapevolmente con la normale spazzatura si rischia la dispersione del dannosissimo mercurio nell'ambiente, serve in questo caso il buon senso da parte del consumatore che deve gettare la lampada esaurita in appositi siti di raccolta e non in una qualsiasi spazzatura e da parte dei comuni per una corretta propaganda in merito.

Il secondo punto negativo tocca un'altra questione: per risparmiare energia, o diminuire le emissioni di C02, bisogna intervenire direttamente alla fonte dell'energia stessa, ciò sarebbe più logico, più idoneo, più efficace e più conveniente. Basterebbe sviluppare e sfruttare energie rinnovabili e pulite piuttosto che continuare ad utilizzare fonti energetiche inquinanti. Perché bisogna non usare le lampade ad incandescenza per ridurre CO2 quando lo si può fare comunque utilizzando altre fonti energetiche? Teniamo presente che le lampade ad incandescenza di per se non emettono CO2. L'errore dell'analisi attuata dalle varie propagande generiche, che si sentono spesso negli ultimi mesi, riguarda i calcoli di C02 prodotto dal sistema energetico come scarto dell'energia prodotta e utilizzata per far accendere queste lampade.

Risolvendo il problema alla fonte non vi sarebbe necessità di eliminare le lampade ad incandescenza.

È ormai chiaro ai professionisti del settore, e mi auguro, ora, anche a voi lettori, che esiste una politica commerciale che porta il mercato a perseverare nell'utilizzo di determinate fonti energetiche, nonché obbligare alla vendita di nuovi determinati prodotti al fine di incrementare gli introiti di alcune multinazionali. Una lampada ad incandescenza costa meno di una lampada a fluorescenza e questo significa un minor guadagno.

Vi è anche un terzo punto negativo. Ogni volta che si parla di risparmio energetico si pensa immediatamente di eliminare le vecchie lampade ad incandescenza invece che di parlare di un uso razionale delle varie sorgenti luminose. Quello che farebbe la differenza è uno studio idoneo atto a ridurre i consumi ma senza peggiorare la qualità dell'illuminazione in generale. Con un corretto progetto illuminotecnico, eseguito da un buon professionista, si possono ridurre i consumi energetici ma senza peggiorare la qualità della vita.

Purtroppo capita troppo spesso che gli stessi “addetti ai lavori” diffondano notizie errate ed alimentino la leggenda della “cattiva lampadina” (quella ad incandescenza) ai loro interlocutori e clienti. Molti di questi presunti addetti ai lavori sono persone non preparate alla fisica ed alla chimica della luce, nonostante tutto, ricoprendo mansioni di direttori commerciali di aziende di illuminazione, agenti di zona e progettisti, vengono visti come fonti autorevoli in merito a questioni che riguardano la luce.

 

Mi perviene alla mente una scena che accadde qualche mese fa in una conferenza. L'argomento era cambiare le esistenti armature stradali alimentate ad ioduri metallici o al sodio con altre a led, con il fine di ridurre i costi energetici. Questa proposta era stata fatta dai predicatori commerciali di Enel Sole. Non appena terminato il loro intervento, tramite la classica scusa di doversi assentare immediatamente per impegni, hanno lasciato la sala. Erano circa dieci persone, si sono dileguati tutti contemporaneamente. Nessuno rimase per ascoltare quello che sostenne in seguito l'autorevole Ing. Mario Bonomo. Quest'ultimo, con dati alla mano, dichiarò che sostituire tutte le armature stradali ad ioduri metallici con altre a led, mantenendo gli stessi valori di luce, comporterebbe una riduzione dei consumi non così alta da giustificare il costo del cambio dell'armatura stessa. Servirebbero troppi anni per ammortizzare questi oneri, non ne varrebbe la pena, a maggior ragione se si pensa che molti comuni non sono ancora rientrati dei costi dell'applicazione di quelle ad ioduri metallici o al sodio.

Tengo a precisare che l'ing. Bonomo non è contrario alle armature stradali a led, concludeva infatti il suo intervento specificando che dove si devono fare nuove installazioni o dove si necessitano cambi per usura è bene intervenire direttamente con le armature a led.

 

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