Come i periti industriali ci rovinano il mercato |
Scritto da Romano Baratta | |
Editoriale Cari lettori e cari colleghi progettisti, oggi pubblico la risposta ricevuta da un nostro collega professionista della luce, e mio caro amico, da parte di un cliente da cui aveva ricevuto la richiesta di un preventivo per la progettazione di un salone per parrucchieri. "Ho ricevuto in 3 giorni tutto il materiale da un altro studio tecnico. (Mi dispiace per Lei), Progetto Elettrico, Illuminotecnico, Planimetrie e Computo metrico. Tutto in triplice copia che mi è stata prontamente consegnata il giorno 30 dal Perito. Tra l'altro: pensi che non mi hanno chiesto un euro per l'illuminotecnico. Perché loro lo allegano per prassi al progetto elettrico. Motivazione che mi hanno dato? Lo sviluppano con un programma gratuito e di conseguenza non lo fanno pagare ai clienti. Di questi tempi penso sia la politica migliore! Solo in seguito a questo ho capito il perché di tanto lavoro e di così tanti clienti." Un perito industriale si permette di spacciare un calcoletto automatico realizzato con dialux, o programma similare, come progetto illuminotecnico. Posso ben comprendere il motivo per cui non si faccia pagare per questo lavoro… questo "progettista" avrà perso al massimo 5 minuti per questa realizzazione, disponendo quattro fotometrie in modo geometrico in una pianta rettangolare. Viene da chiedersi: ma dove è il progetto illuminotecnico? Dov'è lo studio sul tipo di luce da disporre, la ricerca della sorgente migliore e della temperatura di colore idonea al tipo di luogo da illuminare. Dove è una disposizione coscienziosa degli apparecchi? Dove è la conoscenza delle efficienze luminose delle sorgenti? Per non parlare di luminanze, abbagliamento, illuminamenti verticali, contrasti, piani prospettici di luce, ecc. Dov'è la regia della luce per rendere quel locale esteticamente bello e accogliente? Noi progettisti della luce, professionisti e studiosi della luce siamo in balia di questi farabutti, di questi periti da quattro soldi. A mio parere se teniamo al nostro lavoro, alle nostre competenze e se riteniamo che il nostro lavoro possa fare la differenza: Dobbiamo svegliarci! Dobbiamo reagire per bloccare questo diffusissimo problema. La risposta ricevuta da questo cliente dal perito, in merito al fatto che essendo il software gratuito non viene fatto pagare il calcolo illuminotecnico, è a dir poco ridicola. A questo punto non dovrebbe far pagare nemmeno il progetto elettrico dato che anche i software per realizzarlo sono disponibili gratuitamente. Mi domando: se un architetto o un ingegnere utilizza per progettare un palazzo un software CAD gratuito dovrebbe non far pagare il proprio progetto? Devo pensare che il notaio ci costa così tanto perché utilizza un software a pagamento? La prossima volta gli porterò un bel cd con su masterizzato OpenOffice, in modo da poter pretendere la pratica gratuitamente! Dobbiamo muoverci, dobbiamo fare qualcosa al fine di evitare che questi periti ci rovinino definitivamente questo nostro già traballante mercato. Se procediamo di questo passo al posto di costituire società e studi di progettisti potremmo aprire delle Onlus, almeno vi sarebbe l’agevolazione dello sgravio fiscale! Se teniamo alla nostra professione dobbiamo iniziare a fare qualcosa per tutelarla veramente. Sia ben chiaro, vi sono dei periti industriali che sono anche ottimi progettisti della luce. Mi piacerebbe, e spero che acccada, che qualcuno di loro, dopo aver letto questo articolo, si sentisse libero di rispondere ed aprire un dialogo in modo da capire come poter fare ad evitare quanto successo e per riportare presso il loro collegio quanto accade ogni giorno a nostro discapito da parte dei loro colleghi. Bisogna denunciarli! Ribadisco, siamo in balia di tanti sopprusi. In uno degli incontri fatti durante il Festival Contemporary Lighting Context ho cercato di far dialogare tra loro, con il fine di poter trovare un punto di unione e poter migliorare il nostro ambito professionale, le varie associazioni della luce. Qualche passo avanti è stato fatto, ma ai vertici vi sono degli zoccoli duri da smuovere, noto ancora che tutte le associazioni sono chiuse in loro stesse come in un fortino da difendere. Ho proposto a tutte le associazioni di riunirci nuovamente per poter fare il punto della situazione e trovare delle modalità di attivazione... ad oggi ho avuto un accenno di risposta solo dall'APIL ed ancor meno da Light-is. Le altre associazioni dove sono finite? Cosa vogliono fare? Non sono più interessate ai propositi discussi in prima seduta? Vedremo. Vi riporto qui di seguito la risposta del progettista della luce all'e-mail ricevuta dal cliente (riportata in alto in neretto). Romano Baratta (direttore) Con un semplice calcolo si riduce il progetto di luce a una questione di quantità, quando invece è chiaro che il problema della luce è la qualità (e questo per chi fa il suo lavoro immagino sia chiarissimo). Con il loro progetto gratuito le hanno garantito l'assenza di ombre che potrebbero rendere difficile il lavoro delle parrucchiere? Le hanno garantito che le direzioni e le aperture dei fasci luminoso saranno adeguati ai compiti visivi? La temperatura di colore delle sorgenti come faranno apparire i colori di capelli e della pelle dei visi dei clienti? La resa cromatica delle sorgenti utilizzate saranno tali che i colori in questione verranno restituiti in modo adeguato? Verranno in cantiere per effettuare i puntamenti degli apparecchi nel modo migliore? Quando accenderanno l'impianto ci sarà abbagliamento velante da parte degli apparecchi? Le persone, nelle ore serali, passerano davanti alle vetrine e si fermeranno attratti dall' atmosfera creata dall' illuminazione? Spero che tutto vada per il meglio e che le ragazze del nuovo negozio possano lavorare nel migliore dei modi e con fortuna per loro e per lei, ma soprattutto mi auguro che non ci siano problemi per l'illuminazione. A casa mia l'ultima cosa gratuita che ho ricevuto è stato un tostapane: appena ho inserito la spina nella presa il differenziale è saltato.
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