Il Duomo di Milano |
Scritto da Romano Baratta | |
Illuminato bene? Illuminato male? Illuminato poco? Come è illuminato il Duomo di Milano? Il lavoro eseguito da Pietro Palladino e Cinzia Ferrara è all'altezza della conformazione architettonica del monumento? Ecco le domande che ci possiamo porre in seguito a quanto affermato dal sindaco di Milano Letizia Moratti. Ecco perché quanto detto dalla Moratti è comunque positivo: è una occasione per riflettere sull'illuminazione dei nostri monumenti. STATO DI FATTO. Osservando il duomo dalle varie angolazioni si nota che la zona delle guglie è illuminata con luce calda, rispetto alla facciata che è meno illuminata e con luce più fredda (problemi di manutenzione?). Vista dal fronte principale può sembrare, agli occhi di gente poco avezza all'illuminazione, che la facciata non sia illuminata rispetto al resto, nonostante ci sia una batteria di proiettori puntanti con tale maestria, da distribuire la luce con una buona uniformità da sembrare che non sia impiegata alcuna luce. Notando tale differenza il sindaco Moratti avrà reputato che le guglie laterali non sono illuminate rispetto alla guglia centrale che sostiene la Madonnina dorata. In realtà le altre guglie sono illuminate, tranne per quelle facenti parte della facciata che devono adeguarsi agli illuminamenti di tutta la superficie. L'illuminazione delle guglie non è uniforme, cioè, non tutte le guglie hanno la stessa quantità di luce. Questa soluzione permette un gioco di ombre e luci, che a nostro parere, bene si lega allo stile gotico dell'architettura. In questo modo si esalta la “selva” delle guglie gotiche e rende la guglia principale più preziosa (è la guglia della Madonnina). In generale pensiamo che si potrebbero alzare gli illuminamenti sulle facciate, in modo da bilanciare con il resto della sommità, o abbassare i valori delle guglie. È da indicare, però, che la manutenzione delle batterie di proiettori che illuminano la facciata non hanno una manutenzione adatta o non ne hanno affatto, quindi, è ovvio che la luce è inferiore rispetto a quanto progettato, dal lontano 2001, dall'ingegnere Pietro Palladino e dall'architetto Cinzia Ferrara. Nel piano del progetto è previsto, inoltre, una illuminazione feriale ed un'altra festiva, che prevede, per quest'ultima, l'accensione di altri proiettori soprattutto nell'area delle guglie. Facciamo attenzione, quindi, a indicare l'illuminazione di un qualsiasi monumento come non buono, ma bisogna prendere in considerazione tutte le limitazioni, soluzioni, volontà e problemi che sorgono nella messa in opera di un progetto che non dipendono solamente dal progettista. Le facciate laterali, ad oggi, sono rischiarate soltanto dai lampioni, e non rendono giustizia alle varie sculture, fonte di ammirazione dei passanti. Osservando con attenzione il duomo si notava come le gigantesche vetrate non sono evidenziate. Magari un po' di luce colorata, potrebbe restituire il giusto valore a degli elementi architettonici, nati per essere osservati e per manifestare lo splendore divino, formati, per l'appunto, da vetri colorati. Ma non vorremmo con tale proposta creare una campagna avversa di paladini milanesi dello stile puritano... Castello Sforzesco Docet! È evidente che ad oggi l'illuminazione del Duomo di Milano ha delle pecche che dovrebbero essere risolte soprattutto in sedi amministrative, cercando di capire come intervenire sul monumento risolvendo non solo la manutenzione, ma anche il concept originario di un monumento che non è in una città medievale, ma contemporanea. Al seguente link potrete leggere la lettera scritta dall'Arch. Cinzia Ferrara dello studio Ferrara-Palladino in risposta a delle accuse apparse sul Corriere della Sera Magazine sull'illuminazione progettata. Post Scriptum: Ma pensare di illuminare il monumento equestre di Vittorio Emanuele II ? Questo si che è al buio!
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