Le strette vie di Sarajevo
Scritto da Daniela Lussana   
luci a Sarajevo

Per aiutare i lighting designer che si stanno impegnando alla raccolta di firme per la petizione in richiesta di un ordine che li tuteli (per info: Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo ), vi racconto questa storia.

A Sarajevo, la capitale della Bosnia Erzegovina, vi sono delle vie cittadine con una scarsissima illuminazione. In ogni città vi è sempre una zona pedonale poco illuminata o addirittura non illuminata, e non sempre è solamente zona di periferia ma anche pieno centro città.

Solitamente questi sono i luoghi in cui la criminalità si incontra non appena scende il buoi serale. Isolati e sicuri di non essere visti molti tra spacciatori, scommettitori e delinquenti di vario tipo, riempiono queste strade per i loro traffici illeciti.

Ad aumentare la difficoltà di controllo di queste vie vi è anche il fatto che molte di esse sono angustamente strette.

Chi vive in queste zone non se la passa poi tanto bene. È proprio a causa della facilità dei traffici effettuati in questi rioni da parte di gente malfamata che i prezzi degli appartamenti diminuiscono, il tenore di vita del luogo si abbassa e, di conseguenza, vi è uno spopolamento di gente per bene a favore di un aumento della popolazione più pericolosa.

Fortunatamente almeno i giovani hanno idee illuminanti!

Gli studenti di architettura di Sarajevo con alcuni poeti di Sarajevo ed altri di Lubiana (Slovenia) nel 2009 si sono calati nella realtà cittadina ed hanno notato il grande disagio di alcune zone della città, soprattutto del quartiere del Centro Culturale Francese, che, per la sua formazione con viette molto strette e chiuse da alte mura, era malamente illuminato e di notte mal frequentato.

Questi giovani dalla voglia di miglioramento si sono azionati per portare nel quartiere luce=vita=benessere.

Con una gestione performativa che coinvolgeva, tramite la poesia, le persone del luogo, sono riusciti a trasformare completamente le vie in questione popolandole di gente e stimolando tra di essi il dialogo.

 luci a Sarajevo

La prima cosa che si saranno chiesti questi studenti sarà stata: come illuminare con pochi soldi da poter spendere?

Quello economico è un problema che assilla chiunque deve fare qualcosa oggi, molti a questo primo punto tendono immediatamente a bloccarsi. Avranno pensato quei giovani: perché non utilizzare i rifiuti? Il vintage va pure di moda!

Con l’utilizzo di pochi sponsor, utilizzati solo per l’acquisto degli elementi indispensabili come cavi elettrici e lampadine, e con tanta voglia di ottenere un buon risultato, si sono azionati per illuminare tutti gli scomodi percorsi.

E’ così che studenti e poeti hanno chiesto ad ogni abitante del quartiere di donare loro un oggetto che per la loro casa era considerato uno scarto ma che potesse essere utilizzato, munito di cavo e lampadina, a mo’ di lampada-lampione. Ogni abitante riceveva in cambio del suo dono una poesia. La poesia era un pretesto per il poeta per poter tornare sull’uscio di casa e leggerla ad alta voce durante la serata dell’inaugurazione dell’installazione luminosa. La lettura delle poesie è stata fatta anche sul tram locale più volte per pubblicizzare il più possibile l’evento.

Installati tutti gli apparecchi ed effettuato il controllo per la messa in sicurezza da parte di esperti, le luci del quartiere si sono accese.

luci a Sarajevo

 

Le lampade erano fatte con teiere, tazze, componenti di computer, radio… ogni angolo era illuminato, ogni pezzo di asfalto e di muro. La gente attratta dalla luce ha iniziato a scendere in strada e gli atti performativi dei poeti hanno permesso di mantenere a lungo la loro attenzione e stimolare tra loro il dialogo. E’ ovvio che la storia narrata finisca con l’uccisione del drago – la delinquenza che si è allontanata dalla zona perché ormai troppo attiva e piena di riflettori.

E’ bastata la luce, la luce ha fatto la differenza.

Gli studenti hanno voluto testare il loro progetto in queste vie di Sarajevo con obbiettivo di ampliare l’attenzione non solo delle locali autorità, la loro finalità era quella di rendere il più possibile ben visibile il problema.

Noi, qui, oggi, siamo a ribadire quanto importante sia un piano della luce delle città. Sostenendo la nostra iniziativa otterrete: la fine degli eccessi inutili e pericolosi di buio e degli eccessi senza senso di illuminazione.