Perché non progettare col fuoco? |
Progettare illuminazioni col fuoco potrebbe sembrare una cosa stupida, ma se pensiamo alle forme spettacolari alla quale si presta già da tempo ciò ci sembra sensato. I Fuochi d'artificio sin dal medioevo vengono usati per creare spettacoli di luce nei cieli oscuri e tutt'ora è una forma di intrattenimento tra le più richieste. Il fuoco d'artificio permette di creare giochi di luce fantasiosi e modificare l'aspetto di un luogo. Questi segnali di luce si stagliano sull'oscurità e ci rendono, anche se per poco tempo, impassibili spettatori di un evento che sbalordisce come venivano sbalorditi gli uomini preistorici innanzi ad una eruzione di un vulcano. Gli spettacoli di fuochi d'artificio, purtroppo, sono sempre più simili a se stessi perché chi li realizza non sono architetti, progettisti o artisti (fatta eccezione per Cai Guo-Qiang, artista cinese che ha progettato i fuochi d'artificio delle cerimonie delle olimpiadi di Pechino 2008) ma semplici appassionati o chimici. Immaginate cosa potrebbe essere possibile vedere se un lighting designer progettasse uno spettacolo pirotecnico innanzi ad una facciata di un edificio? Come sarebbe bello vedere questa facciata illuminarsi ad intermittenza grazie al bagliore di esplosioni di fuoco? Il fuoco stesso come elemento di illuminazione è poco utilizzato, se non per delimitare percorsi d'ingresso in gala e feste tramite fiaccole o candele o relegato ad elemento simbolico come in alcune feste popolari. La sperimentazione però non si ferma e l'arte è sempre all'avanguardia, come nelle soluzioni di combinazione di luce e fuoco di Romano Baratta (Light and Fire, 2008).
La luce è fuoco non dimentichiamolo! (Presto approfondiremo l'argomento.) codebase="http://download.macromedia.com/pub/shockwave/cabs/flash/swflash.cab#version=6,0,29,0" width="425" height="344"> |