Ci vuole un ordine dei lighting designer
Scritto da Romano Baratta   

Editoriale

Come al solito ci sono sempre buoni propositi da parte delle organizzazioni, dei professionisti, delle istituzioni e via dicendo, ma alla fine restano solo le parole e nessuno fa nulla di concreto. Già in passato venne proposta una discussione con le varie associazioni per migliorare la condizione della professione del lighting designer. Ricordo che il 26 febbraio 2008, in occasione di Show Way di Bergamo, si è svolta la tavola rotonda “lighting designer, identità di una professione”.

 

Parteciparono varie associazioni rappresentate da alcuni dei loro iscritti, oltre al pubblico presente. L'obbiettivo della tavola rotonda era trovare un modo per ottenere il riconoscimento istituzionale e culturale della professione del lighting designer, sia dell'ambito spettacolare che dell'ambito civile. Molti punti sono stati dibattuti, tutti interessanti e positivi. Tutte le associazioni, chi più chi meno, avevano mostrato interesse su quanto in dibattito. Si era proposto, tra le tante cose, di arrivare a chiedere di formare un ordine professionale dei lighting designer. Si era pensato, per avere maggiore forza e coesione, di formare una confederazione delle associazioni dei lighting designer.

Tutti questi bei propositi sono stati buttati al vento! Ad oggi sono passati ben due anni da quell'evento ed è come se non fosse mai avvenuto. Le associazioni hanno continuato a non curarsi del problema, hanno proseguito con il pensare a dar lavoro ai soci fondatori e dare loro un riconoscimento ufficiale, invece di impegnarsi a dare un riconoscimento a tutti gli iscritti ed a tutti i progettisti della luce.

Visto il risultato pare che la loro partecipazione alla tavola rotonda sia avvenuta più per una forma di dovere di presenza. Hanno voluto mettere in mostra il loro interesse al miglioramento della categoria. Ribadisco: è ormai palese a tutti che queste associazioni non fanno nulla per contribuire realmente al miglioramento della professione.

Sarebbe davvero una grande mossa creare una confederazione delle associazioni dei lighting designer. Riunirle tutte, ma proprio tutte: quelle dei lighting designer dell'ambito civile, dell'ambito spettacolare, della moda, i datori luci del teatro, i direttori della fotografia, del cinema e della tv. Un'unione che abbia la finalità di rendere quella dei lighting designer una professione riconosciuta con un ordine professionale. Un ordine che tuteli tutti gli iscritti, ognuno con il proprio settore definito, come succede per i vari settori degli albi degli ingegneri o degli architetti. Per raggiungere questo obbiettivo ogni associazione dovrebbe seriamente impegnarsi ed attivarsi, cosa che non è mai stata fatta fino ad ora.

Qui di seguito vi riporto la parte iniziale del documento che si dovrebbe compilare dopo un progetto d'illuminazione di un luogo esterno nella regione Sardegna. Come potete vedere è richiesta l'indicazione dell'iscrizione all'ordine. Ma quale ordine? Non esiste un ordine dei progettisti della luce! E' palese che si preferisce tenere in considerazione un architetto, un ingegnere, un perito industriale o addirittura un geometra non preparato a progettare la luce, piuttosto che un vero professionista della luce, cioè colui che ha studiato e si è specializzato per svolgere questa professione.

dichiarazione di conformità inquinamento luminoso Sardegna

Questo è davvero un bel paradosso!

Come dicevo nelle settimane scorse, sono le stesse associazioni che vogliono questo. Le stesse associazioni, formate da architetti, ingegneri e qualche perito industriale, che si riuniscono per discutere e schierarsi in merito alla professione e che invece tendono a custodire la torta per poi mangiarsela tutta autonomamente. Creando un ordine dei lighting designer si permetterebbe a tutti quei professionisti della luce, che non sono attualmente tutelati da un albo, di ricevere anch'essi delle fette di torta. I progettisti più attivi che si nascondono dietro a queste particolari associazioni, sanno che questo è l'unico modo per difendere il loro lavoro nei confronti di giovani progettisti molto preparati e con idee nuove.

Per smentire le mie parole basta che le associazioni si azionino e che inizino la procedura che può portare alla formazione dell'ordine dei lighting designer.

Romano Baratta (direttore)