Il gioco delle Associazioni |
Scritto da Romano Baratta | |
Editoriale Sono veramente stanco! Stanco di vedere le Associazioni italiane dei lighting designer far finta di prendere posizione per migliorare la condizione professionale della categoria. In realtà non fanno assolutamente nulla. Associazioni che, a quanto pare, hanno come unico scopo quello di difendere solo i pochi eletti del gruppo dirigenziale e procacciare loro lavoro. Come mai non vengono mai realizzate attività serie? Come mai si fa un gran vociare per tutto ciò che riguarda l'inquinamento luminoso e mai nulla per quanto riguarda la creazione di un ordine professionale dei lighting designer? Non è che gli eletti delle associazioni vogliono mantenere lo stato attuale, anche se fan finta di interessarsi ad un cambiamento? Mantenere lo stato attuale significa portare vantaggio ad architetti, ingegneri ed addirittura periti industriali e geometri, perché sono gli unici supportati da un ordine professionale, tenendo così fuori dal giro gli altri lighting designer che provengono da facoltà che non formano figure professionali riconosciute. Questi eletti, quindi, dispongono di una doppia arma: l'Associazione che da loro autorità come lighting designer e l'Ordine Professionale che da loro autorità come professionisti. Con questa doppia arma, gli eletti, tengono fuori tutti i loro possibili avversari. Una barriera che deve rimanere in piedi, in modo tale da difendere gli eletti e procacciare loro lavoro. Questa èlite vuole far si che a firmare i progetti di illuminazione siano solo lighting designer iscritti agli ordini professionali della loro professione di base. Così facendo pensano di tutelarsi, non sapendo che permettono ad una miriade di impreparati architetti, ingegneri, geometri e periti industriali, di cimentarsi nella redazione di progetti illuminotecnici e persino di piani della luce. Non a caso, sul sito di Cielo Buio c'è una lista infinita, come le loro stelle, di presunti professionisti della luce, guarda caso quasi tutti periti industriali ed ingegneri. Questa lista dovrebbe essere al servizio dei cittadini, che possono accedervi per scegliere un professionista della luce che realizzi il progetto illuminotecnico delle loro strade, piazze, giardini, ecc, ecc. Che progetto mai potrà uscire da un perito industriale che ignora le basi dell'illuminotecnica e della luce più in generale. Basta secondo voi rispettare solamente le disposizioni, richieste in una legge regionale sull'inquinamento luminoso, per avere un buon Piano della Luce di una intera città? Ho visto dei progetti realizzati da periti industriali e da ingegneri. Spacciano per progetto due calcoletti fatti con il programmetto-softwaretto e una pianta con le disposizioni degli apparecchi. Ma stiamo scherzando? Il lavoro di questi incompetenti ha portato a far recepire, nella gente, ed ai professionisti con la quale il lighting designer si interfaccia, che il progetto è solo il calcolo e la disposizione. Ma dove sono finite tutte le analisi ambientali, le analisi tecniche, le analisi psicologiche, le analisi dei colori, le analisi dei materiali, la ricerca storica del luogo, la ricerca storica dell'architettura, ecc.? Ma è possibile che spesso devo perdere dei progetti perché il primo perito industriale del paesello mi fa concorrenza con dei prezzi pazzi? Tanto lui a quei prezzi fa solo il calcoletto e la lista della spesa dei prodotti necessari, nient'altro! Per non parlare delle aziende costruttrici di apparecchi illuminanti che pur di vendere subito fanno peggio dei periti industriali, rovinando il loro stesso mercato. Mi viene da ridere quando gli agenti delle aziende mi dicono che se ho bisogno di un progetto basta inviare loro la pianta della struttura. Ma come li fanno i progetti? Solo vedendo una pianta? Anche loro chiamano progetto il calcoletto e la disposizione degli apparecchi. Ecco perché le associazioni dovrebbero muoversi e tutelare la professione del lighting designer... C'è bisogno di una seria presa di posizione... e noi la stiamo prendendo! Romano Baratta (direttore) |