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La luce nella moda. La sfilata PDF Stampa E-mail
Scritto da Salvatore Mancinelli   

La Moda è lo spettacolo dove tutti sono protagonisti, il palcoscenico è la strada , la casa, l’ufficio dove si recita, ci si esibisce, ci coinvolge con emozioni e desideri di appartenenza, di emulazione e fuga dalla omologazione sollecitando il nostro narcisismo, la voglia di apparire, di esibizionismo, di distinguerci seguendo gli stereotipi imposti dai profeti di questa religione: gli Stilisti.

Non è solo l’arte di coprire il nostro corpo, il vestito è il costume di scena della recita quotidiana della vita, lo indossiamo, tocca la nostra pelle, è intimo e ci segue ovunque, è l’immagine di noi al mondo, ci condiziona, veicolo di socializzazione, di impressioni di quello che siamo o non siamo.

Pertanto per irretire e stimolare, la Moda si avvale degli artifici della rappresentazione estetica ed emozionale comuni allo spettacolo in genere, alla pubblicità, al mettersi un vetrina, alla mostra espositiva di tessuti e fogge su desiderabili corpi.

La Moda prima di spalmarsi sulla gente e concretizzarsi nella vendita, passa attraverso il rito della Sfilata, davanti a esteti, esperti di marketing , tutto un popolo di coloro che in qualche modo ci tenterà e condizionerà sul come coprire (o scoprire ) il nostro corpo.

Pertanto la sfilata è un vero e proprio spettacolo, dove la luce riveste un ruolo importante, non solo per far vedere ma anche far percepire nell’inconscio i vestiti addosso, il piacere di vederli su altri e ogni stilista ricorre a luoghi, scenografie , effetti e presentazioni assolutamente personali volte a meravigliare e a far desiderare i propri modelli.

I luoghi di sfilata sono i più vari e strani possibili, dal teatro alle piazze, in grandi spazi attrezzati, arene ecc. che fanno da cornice scenografica alla manifestazione.

Comunque elemento comune e fondamentale è la Pedana percorsa da modelle/i, circondata dal pubblico in posizione strategica per permettere la visione dei capi di abbigliamento da tutte le angolazioni.

La luce deve rispondere al compromesso di essere intrigante, d’atmosfera ma anche intensa , totale e avvolgente, con una resa dei colori massima, concentrata nello spazio di sfilata, nell’eterno conflitto fra la generosità dell’occhio e la severe esigenze dei mezzi tecnici come telecamere e macchine fotografiche.

In genere proviene dall’alto in posizioni strategiche, con angolazioni tali da non colpire direttamente il pubblico e da non creare eccessive ombre di sopracciglia, nasi e menti, tese di cappelli e seni prominenti.

La pedana ricca di riflesso, bianca o luminosa, aiuta molto la visione di particolari che sarebbero in ombra con la luce dall’alto, ( es. un viso sotto la tesa di un cappello), ma deve essere ben bilanciata con il resto per non apparire innaturale e dare tragiche ombre verso l’alto.

Gli Stilisti non amano i contrasti, hanno un cattivo rapporto con le ombre e con ciò che può disturbare la visione dei tessuti, vogliono luci intense, avvolgenti con un effetto totalizzante ma purtroppo a volte irreale e appiattente.

Qualche Stilista, per contro, vuole solo luci crude, con proiettori concentrati sul modello, seguendolo lungo la padana in un cono di luce suggestivo ma forse un po' ansiogeno non idoneo per una visione intensa e consapevole dei capi e rischiando di distrarre gli spettatori con accecanti sciabolate di luce.

In genere nella sfilata la luce si divide in due momenti:

Luce d’effetto… d’attesa: atmosfera cromatica ed emozionale, che porta quasi lo spettatore/cliente, a percepire e immedesimarsi nel “momento” in cui potrebbe e vorrebbe indossare quel vestito, (o più prosaicamente per lo spettatore/venditore, a quale effetto e dinamica avrà sul mercato), richiamandogli nell’immaginario, la stagione luminosa dell’estate o il grigiore dell’inverno – l’ora - all’aperto – in casa – di giorno – nella romantica sera - al lavoro - alla festa - in città – al mare.

La pedana si illumina… ti porta nel “momento” sei lì nella luce romantica della sera .. al rosso del tramonto …nella festa… nel vociare della strada…nel bagliore del sole…la gente ti guarda… poi…

Luce di Sfilata: piena, intensa, volumetrica, avvolgente. generalmente bianca, con impalpabili tracce di colore per enfatizzare il cromatismo dei tessuti, luce che sbiadisce l’emozione ma indispensabile per far vedere il vestito, le trame delle stoffe, i colori, l’ammiccamento delle pieghe, l’accessorio e il bagliore di un gioiello, l’intriganza di una trasparenza, il movimento realistico dei corpi, il trucco, i dettagli.

Un capo d’abbigliamento dietro l’altro come un catalogo vivente… fino all’ultima pagina.

Ciò richiede una simbiosi con lo Stilista per interpretarne gli obiettivi estetici ed artistici prudenza ed esperienza nel dosaggio delle intensità e dei colori della luce per non stravolgere il vero colore dei vestiti, degli accessori dei capi in pedana, falsare il messaggio e la sensazione che devono trasmettere, non dimenticando che lontano dalla magia della sfilata c’è un mondo reale e quotidiano in cui quei vestiti si confronteranno e si esibiranno.

Fino alla prossima collezione, alla prossima sfilata nella quale gli Stilisti suggeriranno nuove forme, nuovi colori, nuovi modi di apparire, di vestire o... svestire i nostri corpi.

Salvatore Mancinelli

Salvatore Mancinelli, già responsabile degli illuminotecnici al Teatro alla Scala è oggi docente all'Accademia della Luce nonché vicepresidente.

(si ringrazia per la collaborazone L'Accademia della Luce e il suo presidente Maurizio Gianandrea)

 

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